Venerdi 12 aprile , venendo a Treviso da Pordenone perché sapevamo del concerto, abbiamo passato una serata bellissima, indimenticabile!!
La magnifica location nel Tempio di S. Nicolò, il programma stupendo e irripetibile, il solista / direttore eccezionale, l’affluenza di spettatori attenti ed entusiasti…. tutto ha contribuito a farci passare bellissimi momenti di ascolto, quasi magici !!!!
Il prestigioso ed autorevole presentatore dr. Carlo Nordio ha avuto parole che hanno evidenziato tutto quanto di bello e meritorio giri intorno all’attività dell’orchestra, e che è il frutto delle fatiche e delle professionalità dei musicisti.
E tutto a vantaggio della comunità….
Speriamo che i rappresentanti delle amministrazioni locali presenti si siano resi conto dell’opportunità (o necessità) di dare un …. aiutino a questa bellissima realtà musicale, impostata quasi esclusivamente sul volontariato, e che da tanti anni deve faticare per trovare il minimo vitale per sopravvivere: sicuramente sarebbe un supporto doveroso ed intelligente alla cultura, all’arte, al bello.
Per tornare al concerto, ho potuto ammirare le qualità del solista: un suono dolce e delicato, la capacità di far sentire sempre lo sgranarsi delle note nitido e intonato, anche nei passaggi di estrema difficoltà contenuti in tutti e quattro i concerti.
E tutto questo accompagnato da uno svolgersi del discorso musicale forte e imperioso: forza e soavità interpretativa che ha colpito tutti.
E un’altra cosa mi ha colpito: l’interpretazione che il M° Giuliano Carmignola ha dato ai pezzi, conducendo per mano l’orchestra a seguirlo nella sua personalissima visione interpretativa: i “forti” e i “sommessi” del discorso musicale che lo rendevano quasi … tridimensionale, con momenti di forza violenta alternati a momenti appena suggeriti, quasi onirici.
Mi pareva quasi che il discorso musicale si espandesse nell’aria a ventate, tra forti e pianissimi, quasi le bianche nuvole in un cielo azzurro, spinte dal vento, veloci ma composte ed eleganti.
Non so se sono riuscito a spiegarmi: oltre alla feroce difficoltà esecutiva richiesta da Vivaldi al solista, mi ha impressionato l’interpretazione “scattante”, mai “seduta”, che il solista ha dato all’esecuzione.
Una musica “in movimento” e perciò viva, che ti dà e ti vuol dire qualcosa, che, quasi, ti “strattona”.
Confesso che ho passato momenti bellissimi, inebrianti, magici, trascinato dalla foga che arrivava dall’Ensemble.
E’ la prima volta che ho avuto queste sensazioni bellissime ascoltando un’orchestra: penso che Vivaldi ne sarebbe rimasto entusiasta, forse anche stupito che qualcuno avesse “vivacizzato” la sua musica in modo così inusuale, ma inebriante e stimolante. Grazie per tutto questo.
Giovanni Cattaneo – Spettatore